Puliaco e la sua pieve

San Pellegrino di Puliaco, era con quella di san Secondo di Vittimulo, una delle pievi più antiche della zona.
Le fondamenta della costruzione sembrerebbero risalire alla seconda metà del V° secolo d.C., e quello che è rimasto in luce è probabilmente una ricostruzione elevata di un edificio precedente.
L’edificio era costruito con orientamento liturgico est/ovest, a tre navate absidate con lesene laterizie.
Ancora ben conservata è la parte inferiore dell’abside della navata laterale sud, la cui struttura muraria è costituita da ciottoli, disposti a spina di pesce, legati da spessi strati di malta, su cui si vedono le incisioni fatte con la punta della cazzuola.
All’esterno, quest’abside mostra tre strati di lesene, formate da mattoni, intercalati da pochi conci di pietra.
Della facciata è rimasto un solo tratto di muro, costituito da conci di pietra disposti disordinatamente.
Al centro della facciata c’è un’ apertura, che un tempo doveva essere la porta principale della chiesa.
I resti più interessanti sono quelli della torre campanaria, di pianta quadrata, addossato alla chiesa sul lato nord.
I muri sono dello spessore di circa un metro e mezzo alla base, che vanno restringendosi a piani verso la sommità, eseguiti in ciottoli di torrente a spina di pesce, con agli spigoli resti di contrafforti in blocchi di pietra squadrata e mattoni.
Una porta con arco romanico, dava accesso al campanile dalla navata laterale di sinistra della chiesa.
Numerosi resti di tegoloni romani, con l’incisione di un marchio che indicava il luogo di provenienza, attestano quale doveva essere la copertura del campanile e della chiesa.
Da questi resti possiamo datare il campanile tra il 1150 e il 1160, la chiesa a pochi decenni prima.
Si tratta quindi di una ricostruzione della chiesa plebana primitiva.
La sua scomparsa è collocabile in una data compresa tra il 1413 e il 1606.
Interessante sarebbe intraprendere degli scavi in questa località, perché oltre a rimettere in luce gli elementi che s’intravedono nel terreno, potrebbero portare alla scoperta dell’antico battistero, che si suppone dovesse essere come quello della pieve di Biella.

Bibliografia

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