La pieve di santa Maria Assunta
⫸ La pieve di santa Maria Assunta. La chiesa di Santa Maria è nell’elenco delle chiese Vercellesi del 1298 e la troviamo nominata in un documento del 1217, di cui esiste copia nell’Archivio Parrocchiale.
La vicinanza della sottostante pieve di san Pellegrino di Puliaco e dell’altra pure vicinissima pieve di san Secondo di Vittimulo, fece passare per un certo tempo quasi in second’ordine questa chiesa.
La chiesa per essersi trovata nel borgo fortificato, si conservò intatta tra le molte guerre che devastarono queste località.
A quel tempo era una semplice rettoria con funzioni di sepolcreto, e solo nel 1413 fu elevata al rango di pieve in sostituzione di Puliaco, dove la pieve e il villaggio erano stati distrutti.
Già in quel tempo era però di patronato.
Il documento della sua erezione a pieve, dell’11 settembre 1413, riconfermava i diritti che la famiglia de Bulgaro aveva su di essa.
Primo pievano di Salussola fu Nicolino de Casatiis, o Casaccia, trasferito dalla pieve di Puliaco, dove nel 1413 era pievano.
I suoi successori furono nominati tutti dal capitolo della collegiata, dal comune e dai signori Bulgaro.
Ma il 15 ottobre 1785 il capitolo e la famiglia Allaga, imparentata con i Bulgaro, essendosi questi estinti, rinunciarono ai diritti di patronato in favore del Comune di Salussola, che rimase l’unico patrono del beneficio-curato di Salussola. Nell’atto di fondazione della pievania del 1413 si faceva obbligo ai parrocchiani di Salussola di pagare al pievano e ai due canonici le decime, dette “ sexagesima ” del grano e del vino.
Ma il privilegio principale della pieve era lo “ jus fontiis “, cioè il diritto di amministrare il Battesimo ai tempi liturgicamente stabiliti e di fornire l’acqua benedetta alle altre rettorie.
La pieve aveva anche la prerogativa delle sepolture.
Fu parrocchia sin dalla sua nomina a pieve nel 1413, e fino al 1748 fu l’unica parrocchia sul territorio di Salussola. Essendo l’unica parrocchia aveva tutti i diritti, dal Battesimo alla morte.
Sin dalla sua nomina a pievania veniva costruito il fonte battesimale perché ne era sprovvista.
Nel 1606 la parrocchia, che comprendeva allora anche le frazioni di San Secondo, Arro e Vigellio, sommava a 345 famiglie con 1324 anime.
Nel 1667 la chiesa mancava ancora di una casa parrocchiale, si rimediò nel 1669 con l’acquisto di una casa con orto, che fu adattata ad abitazione per il pievano.
La distanza dei cantoni dalla parrocchia, le piene dell’Elvo e la voglia d’autonomia, portò alla creazione di nuove parrocchie, che avvenne nel 1748 per Arro e Vigellio e nel 1836 per San Secondo.
Così nel 1748 la chiesa di Santa Maria di Salussola divenne matrice di due nuove parrocchie, formatesi in quell’anno sul suo territorio e precisamente Arro, già rettoria medioevale, distrutta nel secolo XIV e di Vigellio, borgata sorta nelle vicinanze dell’antica pieve di San Pellegrino di Puliaco.
Nel 1837 la parrocchia contava solo più 762 anime, di cui 350 uomini e 412 donne.
L’anno prima si era infatti staccato un terzo cantone, quello di San Secondo, che si era reso indipendente, fondando una nuova parrocchia.
Oggi le parrocchie staccatesi dalla Chiesa Madre sono ritornate a far parte delle Comunità parrocchiali di Salussola, e il parroco e quello di santa Maria Assunta.
blogger claudio.circolari@salussola.net